Archivio Caveau
11.01.2025
FEDERICO TOSI
“Almost” – Installazione
Pic © S.S. (TBP)
Il lavoro di Federico Tosi esplora la tensione tra le dimensioni spaziali e umane, passando senza sforzo dal microscopico al macroscopico. Si muove attraverso un futuro e un passato in cui le prospettive si deformano, i malvagi vengono redenti e gli esseri umani sono sopraffatti da una natura spietata e implacabile.
Con uno sguardo cinico, Tosi spesso rappresenta la catastrofe come se si schierasse con le forze che hanno devastato la realtà. Ricorrono temi di un pianeta usurpato e di un passato dimenticato, che non rivelano rabbia verso l’umanità, ma piuttosto una malinconia per ciò che è andato perduto.
La sua visione del futuro è plasmata da una ricerca tra le rovine, proiettandosi sempre più avanti in un “futuro del futuro”. Il risultato è un universo distopico e grottesco, dove la tecnologia appare al tempo stesso avanzata e già obsoleta.
23.11.2024
BENNI BOSETTO
“The ballerina who died b/c of fire” – Installazione



Pic © F. Villa
La pratica artistica di Benni Bosetto è sempre stata incentrata sulla trasformazione e decostruzione del corpo. Attraverso il disegno, l’installazione, la scultura e la performance, l’artista esplora la condizione umana esaminando il ruolo degli oggetti rituali e cerimoniali nella società odierna. I suoi progetti di ricerca osservano il corpo e il suo spazio vitale come strumenti radicali di libertà, indagando i concetti di riposo e sessualità, trasformando questi ambiti in un terreno fertile per l’immaginazione e la produzione di nuove visioni della realtà. Bosetto rivela architetture apparentemente restrittive – grotte, celle, spazi domestici ed espositivi – come luoghi fluidi e accoglienti, in un atto di riconnessione poetica con i nostri corpi e le loro forze vitali.
The ballerina who died b/c of fire è una scultura in legno concepita come un contenitore multiplo con uno scopo misterioso. Un portafeticci, una pratica divinatoria, un omaggio a Emma Livry, una ballerina morta bruciata durante le prove di un balletto nel 1860. È una sorta di spazio che raccoglie altri spazi, un accumulatore organico o una lampada. È uno scrigno di gioielli, un contenitore di feticci o un rituale privo di significato per richiamare l’ordine.
Benni Bosetto (1987, Merate) vive e lavora a Milano. Si è diplomata all’Accademia di Belle Arti di Brera, Milano, e ha studiato al Sandberg Instituut di Amsterdam. Le sue recenti mostre personali includono Emanuela Campoli, Milano e Parigi; MAMbo Museo d’Arte Moderna, Bologna; Almanac, Torino; Kunstraum, Londra; ADA, Roma; Tile Project Space, Milano. Tra le sue recenti mostre collettive si annoverano Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Guarene; Triennale di Milano, Castello di Rivoli, Torino; MAXXI L’Aquila; GAMEc, Bergamo; Galleria Civica, Trento; Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Roma; Quadriennale d’arte, Palazzo delle Esposizioni, Roma; Villa Medici, Roma; Artissima Special Project, Torino; MAMbo, Bologna; OGR, Torino; Fondazione Baruchello, Roma.
28.09.2024
LEILEI WU
“The Hallowed Sender” – Installazione




Pic © F. Villa
Leilei Wu vive e lavora a Milano ed estende la sua pratica artistica attraverso vari media, tra cui oggetti stampati in 3D, installazioni, sperimentazione sull’immagine, web art e ricerca sull’intelligenza artificiale.
Leilei Wu trae ispirazione sia dalle forme organiche che dai materiali sintetici, con l’obiettivo di sviluppare un linguaggio scultoreo ibrido e distintivo.
Il suo lavoro mira a disturbare i piani fisici, sociali, computazionali e metafisici della realtà attraverso un approccio ludico e speculativo, tipico della fantascienza. Il suo lavoro pone domande sulle nuove tecnologie di produzione, riproduzione e distribuzione, con un’attenzione particolare all’esplorazione del rapporto tra arte e tecnologia, ecologia, mitologia e pensiero poetico.
L’installazione “The Hallowed Sender” di Leilei Wu esplora le relazioni tra misticismo, spiritualita, immaginazione tecnologica. Il punto di partenza del progetto è stata la constatazione che le tecnologie contemporanee diventano sempre meno considerate come strumenti e iniziano ad esistere come entità separate e indipendenti dalla volontà umana.
La tendenza a riporre speranza nella tecnologia, ma anche a temerne l’azione, assomiglia al modo in cui gli esseri divini sono trattati in vari sistemi di credenze. L’installazione “The Hallowed Sender” presenta il racconto immersivo di miti auto-replicanti di autonomia: potere, spiritualità e tecnologia.
09.03.2024
SARA SCANDEREBECH
“The Garden of Delights” – Installazione



Pic © F. Villa
Tra le pareti di cemento armato nasce un ambiente immersivo di ricerca e dialogo tra fotografia ed elementi naturali, progettato da Sara Scanderebech in collaborazione con Buono Farm.
Sara Scanderebech si laurea in Arti Visive all’Accademia di Belle Arti di Brera e inizia la sua carriera di fotografa per la Galleria Carla Sozzani.
A partire da una radice collaborativa e multidisciplinare, nel suo lavoro utilizza la fotografia per indagare la realtà e creare nuovi immaginari. Dettagli di piante, animali, oggetti e corpi si trasformano in nuovi simboli contemporanei e metafore di significato che generano una tensione emotiva che spazia dall’attrazione verso il soggetto al respingimento verso la rappresentazione.
I suoi progetti fotografici sono presenti in mostre personali e collettive tra cui nel 2023 al Padiglione Italia per la Biennale Architettura di Venezia, Camera – Centro Italiano per la fotografia a Torino (2023), Spazio Martin, Milano (2022), SomoS Art House, Berlino (2022) e PhotoVogue Festival Milano (2022).
20.01.2024
ANDREA DE LIBERATO
“And I want to say goodbye, but there’s nobody left.” – Installazione



Pic © F. Villa
Una configurazione inizialmente precisa, simile a un’opera di pietra cesellata, si scontra con il suo inevitabile processo di dissoluzione, evidenziando un conflitto tra la staticità e la fluidità del cambiamento. Questa metamorfosi, accentuata dal tempo che scorre della festa , rivela una vulnerabilità inaspettata, con la rigidezza che, una volta simbolo di potenza, cede alla pressione del cambiamento, sollevando dubbi sulla solidità iniziale.
Andrea De Liberato vive e lavora a Milano. Il suo esercizio si configura come una vibrante esplorazione della potenza e della violenza latente nelle rappresentazioni visive, scavando a fondo nelle strati sottili di significato intrinseci alle immagini del nostro tempo. Con occhio acuto e precisione formale, smaschera le complessità della società contemporanea, canalizzando la forza iconica attraverso composizioni visivamente incisive.
“Nel cuore di una fredda pietra, l’eternità pare scolpita,
la sua storia racchiusa in venature dure come il destino.
Ma l’ardente carezza del tempo, un bacio sottile,
scioglie il suo manto di silenzio, rivelandone il mistero divino.
La pietra, testarda custode di segreti secolari,
si abbandona al calore lento di un sole gentile.
Le sue spigolose certezze si fanno fluenti,
come un racconto che si snoda, riscrivendo il suo profilo.
Gocce invisibili di tempo solcano il granito,
una danza sottile, un lento addio alla rigidità.
Le rughe della pietra, una volta severamente incise,
ora si sciolgono, si fondono in un canto di libertà.
Il cuore di pietra, apparentemente indomito,
si apre come un fiore nel tepore del cambiamento.
I contorni netti, ora sfumano come ombre al tramonto,
e la durezza cede, svelando la sua vera essenza di sentimento.
Nel suo dirimersi, la pietra diviene poesia liquida,
una melodia che risuona nei corridoi del tempo.
E così, nel fluire costante della vita che abbraccia,
la pietra si trasforma, eterna e al tempo stesso effimera.”
30.09.2023
ANONIMA LUCI
“Effimero Effetto” – Installazione




Pic © F. Villa
Anonima Luci è uno studio di lighting design e light art fondato nel 2018 a Milano da Alberto Saggia e Stefania Kalogeropoulos.
EffimeroEffetto è un’opera immersiva già realizzata che consiste in una serie di circuiti con 350 laser montati su rete sospesa, che creano una selva di fili rossi. L’alterazione percettiva è molto forte, facendo emergere il comportamento automatico di schivamento di questi fili, che in realtà non hanno una natura materica, per cui possono essere tranquillamente attraversati.
EffimeroEffetto è una riflessione sulle vite frenetiche che tutti noi conduciamo e ci portano a soffermarci in superficie e accontentarci dell’effimero, senza sentire il bisogno di andare oltre. L’apparenza pesa più delle cose stesse.
L’opera quindi vuole sottolineare come l’astratto è capace di creare del contenuto definendo spazi fisici e temporali, che una volta conclusi rimangono come ombre nella memoria.
18.03.2023
JACOPO MAZZETTI
“The Descendants” – Installazione


Pic © F. Villa
La pratica artistica di Jacopo Mazzetti ha lo scopo di creare scenari che attivano esperienze rivelatrici della coscienza e generare momenti di intimità individuale o collettiva.
La sua ricerca e le opere sono caratterizzate da un peculiare matericità chimica/alchemica e da un visione post antropocentrica, dove si esplorano i concetti della circolarità del tempo, dell’androginia psichica e dello scambio intergenerazionale.
“The descendants are holo-dimensional beings whose body is sublimated into pure energy.”
La serie di sculture “The Descendants” fa parte di un parte di lavoro più ampio intitolato “The Family Reunion” che comprende a fianco di “The Descendants” , “The Ancestors” e “The Livings”,
L’esposizione condensa uno spazio dove i morti, i vivi e i nascituri si possono incontrare in una forma continua e circolare del tempo.
28.01.2023
OTOLAB
“Laser Lightscape” – Installazione



